Figli del Mondo aps e Appenninol’Hub si sono aggiudicati il Bando di UnionCoop Torino per la realizzazione di:
Progetti locali innovativi per le imprese del turismo
Definizione di Linee guida per applicare il concetto di Cooperativa Sociale al Turismo
- Il progetto PITER 2019-2022 rientra nel progetto Interreg-Alcotra di cui Unioncoop Torino è partner, insieme a Communauté de Communes du Briançonnais e ad altri soggetti italiani ed europei
- Il progetto Piter prevede tra i propri temi l’innovazione (progetto “Cuore Innovativo”) avendo tra i propri macro-obiettivi (Obiettivo 4) quello di “accompagnare le imprese in un processo di crescita costante, che le renda maggiormente competitive a livello internazionale e permetta così di sostenere l’economia di un intero territorio, superando le difficoltà e i limiti imposti dalla conformazione tipicamente montana e da ciò che ne deriva”
Sito web ufficiale: https://piemontenord.confcooperative.it/i-progetti/cuore-innovativo/

Attività previste dal progetto in base a quelle già sviluppate dai partner incaricati del WP3:
1 – Valutazione dell’analisi transfrontaliera della filiera turistica, l’analisi di benchmark sul livello di innovazione presente nell’area e la valutazione dei fabbisogni locali
Questa attività consta di una fase di analisi e ricerca sulla documentazione fornita, su interviste ai soggetti che hanno realizzato le ricerche sopra descritte ed ai partner di progetto che le hanno validate.
Successivamente si riterranno necessari una serie di incontri con gli sviluppatori dei migliori esempi di Cooperative Sociali che si occupano di turismo (o totalmente o parzialmente) sul territorio nazionale ed internazionale sia basati sul benchmark di progetto che su precedenti esperienze.
Si approfondiranno i seguenti temi:
- Motivazione all’aggregazione ed all’engagement iniziale, difficoltà incontrate, soluzioni adottate (tema: coinvolgimento territoriale)
- Struttura definita di gestione, cariche, incarichi interni ed esterni (tema: management)
- Piani strategici di costruzione/rinnovamento dei prodotti turistici, di investimenti in infrastrutture comuni hardware ma anche in formazione soprattutto se legate a soft skills oltre che a competenze tecniche specifiche del settore (tema: produzione e formazione)
- Definizione dei costi di struttura in particolare amministrativi (legati al tema della sostenibilità), agli investimenti in advertising e comunicazione, costi e modalità di distribuzione del prodotto turistico del territorio quali accordi di destinazione con OTA verticali e/o integrazione con portali regionali (tema: amministrazione)
- Modalità di monitoraggio del ROI sugli investimenti e suddivisione degli introiti nella cooperativa di comunità (tema: sostenibilità)
- Modalità di monitoraggio della soddisfazione turistica sia locale ma anche e soprattutto come sentiment online (tema: monitoraggio di qualità)
- Eventuale coinvolgimento/creazione di una DMC locale con licenza da tour operator per la vendita di pacchetti combinati (tema: sviluppo prodotto)
- Eventuali tecnologie applicate (es. DMS, channel managers, supporti multimediali) (tema: tecnologia)
- Eventuale gestione dell’informazione turistica locale (uffici IAT fisici o virtuali) (tema: informazione turistica)
- Altro di specifico per le singole esperienze (per verificare se possono trasferirsi a territori diversi)
2 – Definizione del modello che ibrida le migliori pratiche (aggregazione di operatori e residenti, maggiori flussi turistici/investimenti sul territorio) definendo le KPI (metriche di analisi).
Si ritiene infatti che nessun modello può ritenersi validato senza aver definito, al momento della sua stesura, un set di metriche per analizzarne le funzionalità in tutte le tematiche sopra descritte: coinvolgimento territoriale, management, produzione, formazione, amministrazione, sostenibilità economica e sociale, qualità, tecnologia, distribuzione delle informazioni.
3 – Applicazione del modello definito, attraverso incontri sul territorio con operatori locali, utilizzando la tecnica del “lean management” (gestione snella) cioè la possibilità di applicare al mercato i temi chiave del modello così da poter valutare le metriche definite e applicare correttivi al modello iniziale.
L’uso di questa tecnica consente di concentrarsi sulle attività chiave (del business model canvas) realizzate in piccola scala così da rendere sostenibile la fase di analisi e di recepire in modo immediato ma significativo l’andamento dei processi ipotizzati.
4 – Creazione ed animazione di un tavolo tecnico i cui protagonisti saranno i soggetti che animano le realtà che sono state analizzate quali “buone pratiche” per definire il disciplinare che possa “certificare” il modello di “accoglienza di comunità” da applicare.
Questa strategia consente al tempo stesso di condividere il modello creato all’interno del progetto andando ad influire con correttivi, se lo riterranno opportuno, anche ai modelli esistenti ma soprattutto di creare un brand già condiviso dai migliori esempi di Cooperativa di Comunità operanti nel mercato turistico. Questa modalità operativa renderà quindi molto più interessante, per chi intende avvicinarsi al tema, l’adozione del modello creato.
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