
Giovanni Teneggi traccia un profilo delle Economie Abitanti commentando la Cerimonia Finale di Premiazione della Call 2021
…cosa intendiamo per formazione e accompagnamento alla nascita di nuove imprese, cooperative di comunità ed economie abitanti
Le Cooperative di Comunità, ad oggi più di 300 in Italia, sono Imprese in forma Cooperativa. Agli obiettivi tipici delle imprese (offrire prodotti e servizi, creare occupazione etc.) si associa la volontà di intervenire per affrontare e superare le FRAGILITÁ tipiche di aree marginali come lo spopolamento, la chiusura di servizi essenziali, scarse opportunità di lavoro, la rigenerazione di una dimensione pubblica e di relazioni di Comunità.
Sono inoltre organizzazioni coesive, in questo senso autenticamente cooperative, in cui l’input della produzione del valore é il desiderio di alcuni di rendere viva e operosa la comunità.
Nelle Cooperative di Comunità è importante considerare e presidiare i distinti ruoli che devono avere i lavoratori rispetto ai soci che prestano attività di volontariato.
Al di là delle prescrizioni normative in materia che sono in evoluzione e vanno verificate caso per caso, al di là del fondamentale apporto che il volontariato può dare, quello che intendiamo è che va considerato come le cooperative di comunità, per poter produrre effetti economici ma anche sociali duraturi nel tempo, devono:
Il contributo dei soci volontari alle attività e nel managment della Cooperativa è spesso fondamentale, soprattutto nelle fasi di avvio. È importante considerare però che il suo apporto è per natura potenzialmente discontinuo, mentre le attività d’impresa devono essere continuative. Anche nel caso del management della Coop.va (Presidente, Consiglieri di Amministrazione, etc…) il cui impegno in molti casi non è riconosciuto economicamente, varrebbe la pena di valutare, nel tempo, un riconoscimento economico.
Malgrado le tante esperienze di questi anni non è facile capire quando sussistano le condizioni perchè un gruppo di abitanti motivati e volenterosi a rigenerare la propria Comunità poi effettivamente diano vita ad una Coop.va di Comunità.
Dal nostro punto di vista va fatta chiarezza prima di tutto sulla dimensione d’Impresa che le CdC rappresentano e che una scelta del genere deve presupporre, il mettersi in gioco come Abitanti ma anche come Imprenditrici/tori.
Investire di sé in quel luogo e non in altri, investire nel proprio territorio e nella Comunità per produrre valore aggiunto comunitario, ovvero generare occupazione e rigenerare la dimensione pubblica.
Una imprenditorialità che si fa Stato, rigenerando il carattere meritorio di servizi pubblici come mobilitá, istruzione, servizi sociali e si fa mercato per la capacità di riconoscere e di risvegliare risorse territoriali dormienti (culturali, ambientali, enogastronomiche, ecc.) che costituiscono la base per riattivare lo sviluppo locale.
Và evidenziato però come le cosiddette Ferite, Conflitti o Mancanze della Comunità spesso rappresentino una ‘scintilla’ utile e necessaria per avviare questi processi. A titolo di esempio, un servizio essenziale che viene a mancare, una storia ‘identitaria che si interrompe, sono segnali che la qualità della vita in quella Comunità non è più soddisfacente, che è necessaria la riorganizzazione delle forze e delle relazioni, anche se non sono sempre garanzia che effettivamente si avvi una esperienza di cooperazione.
Le persone, le identità, i loro interessi/aspirazioni, sono centrali-necessari sia per l’agibilità di questi processi di Cooperazione di Comunità, sia fra i fattori abilitanti il successo economico e competitivo (seppur comunitario e collaborativo).
L’ascolto delle narrazioni dei LUOGHI, comunitarie, le storie di cicli lunghi di generatività (vd.rigenerazione), i percorsi delle persone, delle comunità e delle loro istituzioni che chiamiamo processi di sviluppo.
Lo stesso vale per la costruzioni di legàmi di Fiducia, tra persone comunità e gli altri stakeholder del territorio, e rappresentano scintille di generatività dell’intraprendenza e dell’impresa di comunità.
Nelle esperienze che abbiamo seguito, le Cooperative di Comunità di maggiore successo, sociale ed economico, risultano quelle che sono state in grado di aprirsi alla collaborazione con soggetti pubblici e privati di varia natura.
Molti sono gli esempi che possiamo riportare, occasioni in cui le cooperative hanno saputo co-creare valore insieme dando vita ad un eco-sistema capace di riconoscere, sostenere e sviluppare questi percorsi di imprenditorialità sociale e la loro competitività.
“superare sfide antiche con ‘quel tanto di ‘trasformazione’ che serve”
Proviamo a definire gli elementi di Innovazione che le Cooperative di Comunità testimoniano in diverse occasioni:
Negli ultimi anni si sono moltiplicate le occasioni e le modalità di finanziamento per le Cooperative di Comunità come è possibile verificare anche nella nostra pagina: Bandi e Finanziamenti.
Va detto in premessa però che essendo Imprese a tutti gli effetti, sarebbe bene utilizzare tali opportunità come non-strutturali nel progetto imprenditoriale ma come occasioni utili per l’avvio o per l’avvio di nuovi servizi/progetti in corso d’opera.
Un progetto d’Impresa solido che prescinda da contribuiti esterni e si tenga in piedi con le proprie gambe, un business plan ben costruito e utilizzato come strumento di monitoraggio e verifica, una buona organizzazione interna, sono la migliore garanzia di stabilità e continuità di queste esperienze.
Appenninol’Hub ha assistito le Cooperative di Comunità in diverse decine di occasioni per l’accesso a tali opportunità ed utilizzando strumenti anche molto diversi a seconda delle specifiche situazioni.
Inoltre siamo in grado di accompagnarle a costruire il proprio progetto d’impresa nonchè assisterle nel strutturare l’organizzazione. A questo proposito vedi: Consulenza Organizzativa e Temporary Manager
…in progress
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